PERCORSO FORMATIVO “L’IO, IL POTERE, LE OPERE”
Segnaliamo questo percorso formativo basato sulla rilettura critica del testo di Don Luigi Giussani “L’io, il potere, le opere. Contributi di un’esperienza” (ed. Marietti, 2000), volta ad evidenziarne le considerazioni in un contesto culturale e sociale come quello odierno.
“Il cristianesimo non è sorto come una religione, ma è scaturito come un potente amore all’umano, nella concretezza della persona, nella precisione dell’individuo che nasce da una donna”.
A partire da questa profonda convinzione, Giussani sviluppa una serie di giudizi e osservazioni sulla condizione umana immersa in contesti molto specifici. Le riflessioni che ne derivano hanno come cardine la difesa della dignità della persona umana e l’apertura di nuove prospettive circa il suo agire responsabile e costruttivo in ambienti diversi.
Programma
Il ciclo di incontri ha previsto tre sessioni in streaming così composte:
1) “L’Io” – sabato, 20 maggio 2023 ore 10.00 – 13.00
Lezioni di Monica Scholz e Francesco Occhetta. Modera Giorgio Vittadini
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2) “Il Potere” – sabato, 10 giugno 2023 ore 10.00 – 13.00
Lezioni di Marta Cartabia e Mauro Magatti – Modera Giampaolo Silvestri
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3) “Le Opere” – sabato, 1 luglio 2023 ore 10.00 – 13.00
Lezioni di Luis Rubalcaba e Massimo Borghesi – Modera Guido Bardelli
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Di seguito il contributo del moderatore:
Nel primo intervento, don Giussani evidenzia come l’opera nasce quando uno ha il coraggio di dire Io; in un’altra parte di testo, trattando del tema del lavoro, lo stesso Giussani evidenzia che, per sostenere la positività del soggetto dentro alla realtà, occorre stabilire una amicizia operativa. Inoltre, in diversi passaggi del libro, e in particolare nel discorso di Assago alla DC lombarda, chiede al potere di garantire la libertà delle associazioni, e quindi di queste esperienze sociali.
Come ci ha detto Papa Francesco: “siamo dunque in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali, costituiscono delle scelte che trasformano velocemente il modo di vivere.”
In questa situazione l’io è estremamente indebolito, le relazioni lasciano lo spazio alle reazioni, ed il potere tende a evitare ogni intermediazione privilegiando il rapporto diretto con i singoli.
Vi chiedo, dunque, come la Cdo può continuare a dialogare con la società e con il potere, senza perdere l’originalità sintetizzata da don Giussani nell’espressione amicizia operativa? Quali innovazioni, trasformazioni e nuovi modelli occorrono per continuare ad essere una presenza sociale attrattiva, in grado di collaborare alla costruzione di una società migliore?
Per ulteriori informazioni sul percorso: https://cdooperesociali.org/