INVESTIRE IN IMMOBILI
A TORINO?
Un contributo a cura di
MASSIMO GAMBARANA
Nel mio precedente intervento pubblicato su questo stesso spazio, avevo approfondito il tema del “comprare casa a Torino” per viverci. Avevo evidenziato come Torino, a differenza di altre città italiane, sia riuscita finora a gestire il processo di gentrificazione in modo più graduale e inclusivo. Con questo secondo contributo, desidero affrontare un altro tema: ha ancora senso investire in immobili a Torino?
Per un risparmiatore privato, l’investimento immobiliare non è soltanto una scelta finanziaria. Spesso nasce da una visione più ampia, legata al futuro della propria famiglia, alla volontà di costruire un patrimonio duraturo o di garantire un’opportunità concreta di abitazione ai figli. È una decisione che intreccia considerazioni economiche, progettualità personale e scelte di vita.
I dati OMI (Agenzia delle Entrate) e di Nomisma (società di consulenza) per il 2024 indicano una lieve contrazione delle compravendite (-4,2%) ma al contempo un aumento selettivo dei prezzi in zone oggetto di rigenerazione urbana, in prossimità ai poli universitari o ben servite dai servizi pubblici. Sul piano demografico, Torino ha registrato negli ultimi decenni una progressiva riduzione della popolazione residente, tuttavia, i dati aggiornati al 2024, segnalano una lieve inversione di tendenza: la popolazione è tornata a crescere, superando quota 862.000 abitanti. Un segnale che, pur contenuto, merita attenzione da parte degli investitori immobiliari.
Aree non trattate
Ho volutamente escluso il Centro, la Precollina e la Collina. Si tratta di zone con caratteristiche specifiche e dinamiche di mercato che approfondirò in una prossima analisi, se richiesto.
Aurora e Borgo Rossini. Le aree comprese tra via Cigna, via Cecchi, corso Brescia e via Parma hanno beneficiato dell’effetto traino di insediamenti come la Nuvola Lavazza, il Campus Einaudi e alcuni poli culturali. Qui si possono acquistare bilocali ristrutturati con cifre comprese tra i 90.000 e i 150.000 euro, con canoni mensili che oscillano tra i 550 e i 800 euro. Il rendimento lordo può superare il 6%, a patto di selezionare immobili ben posizionati e inseriti in contesti condominiali decorosi.
San Salvario – zona Porta Nuova. Tra via Saluzzo, via Baretti e corso Marconi, la domanda locativa è ancora elevata, sia per la vicinanza al centro sia per la presenza di coworking, locali e servizi universitari. Bilocali arredati acquistati tra i 140.000 e i 180.000 euro vengono locati con facilità, anche a medio termine, a studenti o lavoratori. Una gestione efficiente può portare il rendimento lordo oltre il 7% annuo ma la qualità dell’immobile fa la differenza tra successo e rotazioni frequenti.
Vanchiglietta e zona Lungo Po Antonelli. Questa zona, a ridosso del centro e dell’Università, sta attirando sempre più giovani coppie e famiglie. Trilocali anni ’60 in via Lessolo, via Oropa, via Pallanza si acquistano tra 160.000 e 210.000 euro, con canoni di locazione stabili tra i 750 e gli 900 euro. E’ una zona adatta a chi prevede un utilizzo familiare nel medio termine, ottenendo nel frattempo un rendimento locativo equilibrato.
Borgo San Paolo e Pozzo Strada. Storicamente legati al passato industriale della città, questi quartieri offrono oggi una buona combinazione tra prezzi accessibili e domanda locativa solida. In vie come Monginevro, Frejus, Lancia, un quadrilocale costa tra i 160.000 e i 250.000 euro. L’area è favorita dalla prossimità al Politecnico e da una buona rete di trasporti pubblici.
Cit Turin. Quartiere con una tenuta di valore nel tempo. Gli immobili si acquistano a partire da 3.500 €/mq, ma offrono sicurezza patrimoniale, soprattutto per chi punta alla rivalutazione di lungo periodo e alla locazione di qualità. Via Peyron, via Susa: zone solide, con mercato sempre attivo.
Crocetta. Un tempo considerata una delle zone più esclusive di Torino, la Crocetta ha visto negli ultimi anni un progressivo ridimensionamento della propria attrattiva. I prezzi, sino agli anni ’90 sostenuti da una domanda stabile e da un’offerta limitata, hanno subito un calo graduale. Oggi, la disponibilità di immobili è cresciuta sensibilmente, e molti appartamenti di grandi dimensioni faticano a trovare acquirenti, soprattutto se necessitano di interventi di ristrutturazione o aggiornamento.
Detto ciò, ritengo che la Crocetta rappresenti oggi una delle aree più interessanti per un investimento di medio-lungo periodo: i valori attuali sono in molti casi inferiori rispetto al reale potenziale del quartiere: posizione centrale, architetture eleganti, servizi scolastici e sanitari, collegamenti eccellenti. Per chi ha una visione patrimoniale e non speculativa, acquistare oggi in Crocetta – magari un immobile da ristrutturare in via Lamarmora, via Marco Polo o via Vespucci – può significare ottenere una buona redditività nell’immediato e, nel tempo, beneficiare di una rivalutazione, qualora il quartiere ritrovi centralità e riconoscimento nel mercato cittadino.
In conclusione, investire oggi in immobili non significa solo “comprare bene” ma soprattutto gestire bene. I costi di ristrutturazione sono cresciuti, la normativa sulle locazioni brevi è in evoluzione e la pressione fiscale rimane significativa. Torino, per chi desidera proteggere e valorizzare il proprio capitale, continua a rappresentare una piazza interessante.
L’immobiliare non è più una rendita automatica: è un piccolo progetto imprenditoriale. E come ogni progetto, richiede tempo, competenze e strumenti.
Socio della Cdo da oltre venti anni, sono agente e consulente Coldwell Banker. Chi desidera approfondire le opportunità immobiliari che Torino può offrire, o semplicemente confrontarsi su un’idea, può contare sulla mia disponibilità.
(1) Massimo Gambarana | LinkedIn