Storie di buon lavoro e tanta bellezza alla CDO Summer Edition 2025!

Eravamo più di 250 giovedì sera alla CDO Summer Edition!

Abbiamo ascoltato storie di buon lavoro, confrontandoci col contenuto del Manifesto del Buon Lavoro, e ci siamo anche divertiti, guardando una luna meravigliosa, accompagnati dalla musica che alcuni amici ci hanno regalato!

Questa edizione della nostra tradizionale cena estiva è andata davvero oltre le nostre migliori previsioni.

Bellissima la location, davvero unica, interessanti davvero le storie, che potremmo definire di ‘buon lavoro in progress’, che i nostri relatori ci hanno testimoniato, guidati da Francesco Cassese di Miror Consulting.

Siamo partiti dal punto di vista di un giovane come Matteo Scelsa, Producer di Chora Media, che non ha avuto paura di raccontare ciò che vorrebbe migliorare nel proprio luogo di lavoro, a partire da una maggiore ‘reciprocità’ tra dipendenti e manager.

Ed è proprio un manager, Alberto Vitez, Direttore generale di Valpharma Group, a porre la domanda che farà da fil rouge dell’incontro: “Quand’è, nel concreto, che la persona viene messa al centro? Quando si sente guardata, accolta”. È quando una persona si sente stimata che inizia a scommettere davvero su se stessa e a rischiare

Come ha rischiato, circa due anni fa, Matteo Tebaldi, Direttore del servizio di Cardiologia di Faenza (il più giovane d’Italia, con 31 anni di media). Che ha avuto il coraggio di mettere in campo una start up nel mondo medico pubblico, rivoluzionando il sistema di reperibilità: senza costringere i cardiologi a fare tutte le notti in ospedale e migliorandone la qualità della vita.

‘Guardare chi guarda’ potrebbe essere la sintesi del grande lavoro di Adele Tellarini, Responsabile di Casa Novella, a Castel Bolognese (Ra), opera che è cresciuta tanto in questi 30 anni e che si è trasformata molto, per venire incontro ai grandi cambiamenti dei bisogni delle persone. “Potevamo restare con la nostra casa residenziale, invece abbiamo voluto cambiare, perché sono cambiati i bisogni: lavoriamo molto con i minori e con i ragazzi autistici”. Una delle sfide è “curare l’umano che cura l’umano”. Accompagnando i giovani educatori, non solo professionalmente, ma anche umanamente. “È allora che crescono nella capacità di farsi carico, col cuore, delle persone.”

Ringraziamo tutte le persone che si sono messe all’opera per realizzare l’evento, tutti gli associati e gli amici che hanno accettato il nostro invito e hanno trascorso una bella serata insieme!!!

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