La Mostra “Ogni uomo al suo lavoro”

“Ogni uomo al suo lavoro” è il titolo della mostra che Cdo presenta al Meeting di Rimini 2025, riprendendo
la frase conclusiva del brano di T. S. Eliot da cui l’edizione di quest’anno trae ispirazione.
La mostra nasce come sviluppo naturale del Manifesto del Buon Lavoro, presentato da Cdo in Senato
lo scorso novembre.

Il punto di partenza della mostra è proprio il lavoro, che da sempre – e oggi più che mai – è origine di domande
profonde che emergono nell’esperienza concreta delle persone. L’obiettivo della mostra è offrire uno spazio in
cui queste domande vengano intercettate, riconosciute, accolte. Un luogo in cui sia possibile
iniziare un percorso comune di riflessione, attraverso il confronto con chi, nella propria esperienza quotidiana,
ha provato a rispondere.

Come? Attraverso brevi contributi video – vere e proprie “pillole” – che raccolgono il racconto e il giudizio di imprenditori, manager, lavoratori dipendenti, professionisti, realtà del non profit, italiani e stranieri, di generazioni diverse. Un mosaico di esperienze, a partire da alcune tematiche oggi particolarmente urgenti, che toccano le diverse sfaccettature del senso del lavoro.

La mostra ruota intorno a tre domande:
1. Lavorare per cosa e per chi? Il tema dello scopo è diventato sempre più centrale per molte organizzazioni.
Ma non basta enunciarlo perché le persone vi si riconoscano. Qual è il senso per cui si lavora? Lo scopo del
mio lavoro coincide con quello per cui esiste l’azienda in cui opero?

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2. Lavorare con chi? Il lavoro è relazione: con i colleghi, con la realtà, con il compito che ci è affidato. Questo
apre domande sul valore della diversità e sull’importanza della costruzione di relazioni mature, profonde,
vere. Che valore ha l’ascolto dell’altro in azienda? Cosa significa lavorare insieme in modo autentico?

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3. Lavorare come? Ci sono aspetti molto concreti del lavoro che suscitano interrogativi altrettanto concreti.
Uno di questi è il tema della fatica. La crescente discussione sul cosiddetto work-life balance nasce dal
tentativo di tenere insieme lavoro e vita personale. Ma sono davvero due mondi contrapposti? È solo una
questione di strumenti organizzativi o serve tornare allo scopo? E qual è, oggi, una proposta costruttiva che
tenga insieme le due dimensioni?

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Non si propone una risposta definitiva, ma un contributo al giudizio, per rimettere al centro il tema del senso
del lavoro stesso.